Ci sono sempre più motivi per i quali oggi, una partita IVA, non riesce più a sopravvivere.
Basti vedere l’enorme successo che sta riscuotendo il gruppo Facebook: “Partite Iva Insieme per Cambiare”, che ha raggiunto, in pochissimo tempo, i 285.000 iscritti (mentre scrivo).
Ma non voglio che questo post diventi l’ennesimo sfogatoio per chi fa fatica a tirare avanti, né voglio sfruttare il momento storico per trarne vantaggio personale.
Voglio, molto semplicemente, spiegarti quali sono i 7 motivi per i quali la tua attività non può sopravvivere, spiegandoti però come fare per scongiurare questo rischio e rilanciarti, se possibile, superando i problemi che oggi ti sembrano insormontabili.
Motivo n°1: C’è la crisi e i clienti guardano solo al prezzo
La crisi, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti dal 2008. Chiunque abbia una piccola attività si è reso conto del fatto che i clienti abbiano meno soldi e, complici anche la concorrenza folle e il web, c’è sempre meno “ciccia” da ricavarne.
Motivo n°2: Le tasse sono troppo alte, è impossibile stare in piedi
La tassazione, in Italia, ha raggiunto livelli di totale follia. C’è chi parla del 64%, chi si spinge oltre il 70%, ma poco cambia. Molte attività sarebbero profittevoli se solo la tassazione fosse sotto la soglia del 40-50%.
Motivo n°3: I pagamenti col POS erodono i guadagni e arricchiscono le banche
Sempre più clienti pretendono di pagare con il POS, chi per comodità, chi per non dover viaggiare con il contante, chi per non doversi sbattere ad andare al bancomat. Questa comodità del cliente, però, si traduce in meno contante in cassa e margini ridotti a causa delle commissioni bancarie.
Motivo n°4: I dipendenti costano troppo
I commercialisti sono soliti dire: “se assumi del personale è come se ti sposassi nuovamente”. Assumere non solo è complesso, non solo è costoso, ma è anche quasi una condanna, vista la difficoltà nel poter licenziare il dipendente inefficiente o che si è impossibilitati dal pagare.
Motivo n°5: Ci sono troppi controlli
I controlli sono all’ordine del giorno. Non bastavano i controlli automatici sui conti correnti e gli studi di settore, oggi ci sono anche gli scontrini telematici e la fatturazione elettronica. In questo modo si ha l’impressione che ci sia sempre un Grande Fratello pronto a controllarci e a giudicare ogni nostra minima infrazione, per punirci con severità.
Motivo n°6: Non abbiamo il diritto di ammalarci o di crescere i nostri figli
Quando un dipendente si ammala, si mette in mutua, e si cura. Quando un dipendente ha un problema con un parente stretto, si prende il tempo per poterlo curare. Quando il titolare di una partita IVA si ammala o ha problemi familiari, l’attività deve comunque andare avanti. E questo non è giusto.
Motivo n°7: Studi di settore e acconti sono la mannaia finale per chi deve fare impresa
Gli studi di settore e gli acconti rappresentano una di quelle storture atroci del sistema fiscale italiano per il quale non ci sono quasi precedenti. Lo stato è assetato di denaro per mantenere in piedi il carrozzone della spesa pubblica più costosa, o quasi, del mondo, e non può certo permettersi di rinunciare agli acconti sugli utili dell’anno successivo. Pagare le tasse non solo per l’anno appena trascorso ma anche per quello ancora in corso, nonostante non si abbia alcuna certezza di quanto si possa fatturare, è del tutto illogico.
Tanti sono i motivi per i quali le piccole partite IVA non possono più andare avanti. Ma ora ho bisogno di ottenere la tua massima attenzione perché, finalmente, ti svelerò come evitare che questi 7 motivi possano travolgere la tua attività e come, invece, rilanciarla non solo verso la sopravvivenza ma verso il successo.
Se pensi che l’unico scopo di questo post fosse quello di darti ragione sul fatto che “in Italia non è possibile fare impresa”, allora puoi terminare qua la tua lettura.
Se, invece, ritieni di poter comprendere come riuscire a risollevarti senza dover aspettare rivoluzioni di piazza o riforme da parte dello stato (che non arriveranno mai), allora preparati a scoprire cosa faccio, ogni giorno, con i miei clienti possessori di Partita Iva.
Le 3 domande a cui devi rispondere (sinceramente)
Ecco 3 domande che dovresti porti PRIMA di pensare che non sia possibile andare avanti:
Domanda n°1: Esistono attività come la tua che, invece, prosperano o, comunque, non subiscono la crisi?
Domanda n2: Hai il pieno controllo dei numeri della tua attività?
Domanda n°3: Stai facendo qualcosa per acquisire nuovi clienti?
So che ora potrei aver perso la tua stima, ma io sono qui per dirti le cose come stanno e non certo per cavalcare il dissenso come, oggi, molti cercano di fare.
I problemi sono evidenti e di non facile soluzione, ma continuare a lamentarsi senza fermarsi un attimo per chiedersi: “ma dove sto andando? Ha ancora senso quel che faccio? Posso uscirne o devo rassegnarmi?” significa non volerci neanche provare.
Quel che devi fare SUBITO è fornire delle risposte sincere alle domande che ti ho appena fatto.
Perché se esistono attività del tuo stesso settore, e nella tua stessa zona geografica, che, nonostante crisi, tasse, concorrenza e tutto il resto, riesce comunque a stare in piedi, allora è evidente che il problema sei tu.
Lo so, è doloroso dirlo, ma è così.
Se hai un ristorante e TUTTI i ristoranti della tua zona sono allo stremo, allora hai ragione tu. Ma se ce n’è almeno uno che non soffre la crisi, allora devi passare alla domanda successiva e cercare di dare una risposta altrettanto sincera.
Hai il pieno controllo dei tuoi numeri?
Hai una netta divisione tra conti aziendali e conti personali, o la tua vita quotidiana dipende in tutto e per tutto da quel che l’attività produce? Lo so, lo so, sei abituato a concepire l’attività e la tua vita personale come se fosse un tutt’uno, ma così non è.
Se la tua attività potrebbe crescere se solo potessi investire parte degli utili che questa produce, ma quegli utili servono per finanziare il tuo tenore di vita, allora sei in un circolo vizioso dal quale è difficilissimo uscire.
Infine: stai facendo qualcosa per acquisire nuovi clienti?
Devi essere davvero sincero, ora e non insultarmi, se puoi, perché tanto non servirebbe a nulla.
Se non hai un piano strategico che punti ad acquisire nuovi clienti, mi spieghi come pensi che le cose, per te, cambieranno?
Davvero me lo devi spiegare!
Pensi che lo stato si spaventerà per la paventata rivolta delle partite Iva e abbasserà le tasse? Naa… non succederà! Ma se anche succedesse, pensi davvero che un paio di punti percentuali di riduzione delle tasse (perché, è bene che tu lo comprenda, ogni punto percentuale di riduzione delle tasse ha un costo di qualche miliardo) possano fare la differenza?
Pensi davvero che mille o duemila euro facciano la differenza?
Oppure, pensi che, per qualche legge del governo, sia possibile che tu abbia nuovi clienti, magari come ai bei tempi prima della crisi?
O, ancora, pensi davvero che i concorrenti, magari quelli che puntano tutto sul prezzo, possano essere abbattuti con un colpo di spugna?
O che qualche legge possa cambiare le abitudini della gente, che ormai si è abituata a vivere più comodamente, acquistando online o nei centri commerciali?
No, non potrà capitare nulla di tutto ciò!
Se sei arrivato fino a questo punto dell’articolo significa che non sei un commerciante che vuole solo lamentarsi sperando che siano altri a trovare le soluzioni al posto tuo.
No, se hai una piccola attività, se hai un ristorante, un centro estetico, un salone da parrucchiere, una impresa artigiana, un negozio, hai davvero la possibilità di cambiare il tuo destino senza aspettare che la crisi finisca o il governo abbassi le tasse.
Non voglio prenderti in giro: non sono mago merlino e non dispenso miracoli, anzi. Però ho scritto un libro che rappresenta un punto di partenza per aiutarti a cambiare il corso delle cose e trasformarti da bottegaio a commerciante di successo.
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